* AFRICA, NON PROPRIO AFRICA, O FORSE SI *
… alla fine ho preso l’aereo e sono volata verso l’Africa. Non proprio l’Africa “Africa” che già solo a pronunciarne il nome ti appaiono davanti agli occhi le savane con giraffe che corrono ed elefanti e ippopotami .. no, no… che poi è tutta Africa ma, pensavo… se vai in Egitto non dici “vado in Africa” bensì “vado in Egitto”. L’Africa è come l’Asia perchè non si dice mai “vado in Asia” ma, più precisamente “vado in Giappone, in India, in Cina, ecc.”, al massimo dici “vado in Oriente”ma mai “vado in Asia” eh, che diamine! Comunque, in mezzo a tutte queste paranoie, sono volata verso l’Africa Orientale. Nè troppo a nord né troppo a sud. Più o meno a metà, comunque… (paranoia…aiutami tu!) Tanzania. Più precisamente l’isola di Zanzibar. Potevo tagliar corto, vero? No, perchè il viaggio è durato otto ore e volevo farvici arrivare, anche voi, piano piano, come ci sono arrivata io. Intanto devo dirvi che sono sbarcata fresca fresca perchè il volo è stato superconfortevole e non ci sono che due fusi orari in più rispetto all’Italia, per cui non mi sono praticamente accorta di essere andata a seimilacinquecento chilometri dalla mia casetta. In secondo luogo l’isola non è grande (come la provincia di Bergamo più o meno), 65 km per 20 km, per cui, qualunque sia la località in cui soggiornerete, non impiegherete più di un’ora, un’ora e mezza per arrivarci. E comunque, il percorso che effettuerete sarà già parte del vostro viaggio perchè vedrete le capanne, le donne che trasportano grossi fagotti sulla testa, animali in libertà e molta, molta vegetazione. I resort qui sono estremamente rilassanti. Nessuna costruzione che non sia completamente in armonia con la natura, nessuna strada da attraversare per arrivare alle spiagge, belle e bianchissime. Spesso sono disponibili massicce biciclette per una bella passeggiata lungo la spiaggia quando c’è la bassa marea. Ecco… l’ho nominata… la marea, o meglio, le maree. Sono un fenomeno tipico di quest’isola, sono frequenti e seguono un calendario complicatissimo. Per chi fosse esperto di fasi lunari, beh, penso sia più facile regolarsi con quelle! In ogni caso non vi daranno alcun fastidio, anzi, vi offriranno paesaggi suggestivi per le vostre belle fotografie. Già lo so, ne scatterete miliardi. Uhm… io vi suggerirei di scattarne poche ma ben fatte. Inutile avere sedici tramonti uguali, che poi, tanto, dovrete pur scartarne qualcuno, vero? Inquadrate bene, controllate la luce e i suoi a volte indesiderati effetti, verificate eventuali ombre e oggetti indesiderati nei dintorni e … click… fatta! Si perderà un attimo di tempo in più ma la soddisfazione sarà grande e il valore della fotografia maggiore. Come? Mi sto perdendo in chiacchiere? Non vi ho raccontato abbastanza? Non dovevate dirlo, e neanche pensarlo. Eccovi serviti: ammirerete le albe e i tramonti, non smetterete di tastare la finezza della sabbia facendola scorrere tra le dita all’infinito, camminerete a piedi nudi sui lunghissimi solchi di sabbia bagnata della bassa marea, farete bei bagni ma ancora meglio, farete “snorkeling” in uno dei mari più belli e ricchi della Terra, se siete sub vedrete una natura sottomarina straordinaria, potrete fare compere tra le tante baracche distribuite sul limitare della spiaggia, gite su motoscafi ma anche sui tipici “dhow” o “ngalawa”, per avvistare i delfini, escursioni su una lingua di sabbia in mezzo all’Oceano Indiano, seduti al riparo di una grande tenda e degustando piatti tipici e frutta tropicale, escursioni in mezzo alla foresta, così fitta da offrire centinaia di varietà di piante per metro quadrato di terreno, potrete ammirare le scimmie rosse e la foresta di mangrovie, potendo nuotare in mezzo alle loro fitte radici, visitare la capitale, Stone Town, con la Casa delle Meraviglie, la casa natale di Freddie Mercury, il monumento agli schiavi, e… e… e… aiuto! Fermatemi! Come? Vi siete già precipitati in Agenzia da Danilo per prenotare il vostro prossimo viaggio a Zanzibar? Avete fatto proprio bene! P.S. La “Casa delle Meraviglie” deve il suo nome al fatto che, a fine Ottocento, era la prima costruzione dell’isola ad essere dotata di luce elettrica e la prima, in Africa Orientale, a potere disporre di un ascensore! P.P.S. Ero a buon punto del mio volo quando ho visto apparire dal finestrino, in lontananza, una sagoma triangolare. Nooooo! Il Kilimanjaro! E mi sono ricordata di avere provato la stessa emozione e meraviglia tanti anni prima, in occasione di uno dei miei primissimi voli, quando vidi improvvisamente l’Etna stagliarsi nell’azzurro cielo di Sicilia. P.P.P.S. Per entrare nello spirito del viaggio vi suggerisco di ascoltare la canzone dei Toto dal titolo, appunto, “Africa”, un classicone ma sempreverde anni ’80