* L’INCANTO DELLA TURCHIA *
Bisogna innanzi tutto sottolineare che la Turchia è un Paese enorme. Le distanze da coprire per visitarlo sono notevoli. E’ una terra che vi offrirà moltissimo ma vi chiederà in cambio di percorrere le sue strade senza fretta, con rilassatezza, imparando durante le ore di viaggio ad entrare in simbiosi con la sua essenza. Sto comodamente viaggiando sull’autopullman che mi porterà in giro per questo incredibile angolo di Terra. L’autista è in gamba e le strade in buone condizioni.
Ottime premesse, dunque! Il punto di forza qui sono le guide. Così come in Marocco, in Egitto, in Israele, la preparazione delle guide è fuori discussione. Raccontano la loro terra con un amore e una competenza tali da rendere impossibile non innamorarsene (della terra… intendevo, anche se non è escluso che qualcuno si possa innamorare dellapropria guida!). Molte di loro conoscono piu’ di una lingua. Ho osservato che quelleche parlano l’italiano hanno quasi sempre studiato per lungo tempo in Italia,in particolare a Perugia.
Ma guardiamo per un momento la carta geografica. Uno tra gli itinerari piu’completi che possiamo scegliere comprende Istanbul, Izmir, Efeso, Hierapolis, Pamukkale, la Cappadocia e Ankara. Sempre per la questione dell’immensità della Turchia e dei tempi di viaggio, nei circuiti di otto giorni il tempo dedicato ad Istanbul non e’ purtroppo molto. Del resto, ed è una calorosissima raccomandazione, questa incredibile città merita assolutamente (non uso mai questo termine oggi così in voga ma qui ci vuole!) un viaggio a parte o un soggiorno più lungo di quello generalmente previsto dagli Operatori Turistici.
Le bellezze di Istanbul sono innumerevoli: la Moschea Blu, l’Ippodromo (la piazza lunga e stretta che collega la Moschea Blu con Santa Sofia), Santa Sofia, la chiesa bizantina di San Salvatore in Chora, la Moschea di Solimano, il Topkapi, l’Antica Cisterna, la Torre di Galata, il Gran Bazar, il Bazar delle Spezie, l’Hotel Pera Palas, costruito alla fine dell’Ottocento per alloggiare gli ospiti dell’Orient Express al termine del loro viaggio, dove si puo’ andare a gustare un caffè turco o un aperitivo, il Bosforo con i suoi ponti, i battelli, i grandiosi palazzi dei sultani e i grandi alberghi. Lo spettacolo di un tramonto sul Bosforo, magari a bordo di un battello, è un’esperienza esaltante come pure il soffermarsi, a piedi, su uno dei ponti, la sera con luna e stelle, con le imbarcazioni illuminate che vi passano sotto e da un lato la collina con la Torre di Galata e dall’altra la Citta’ Vecchia con il profilo delle numerose moschee e degli ancor piu’ numerosi minareti (ogni moschea ne ha almeno uno ma piu’ spesso due o più), con la voce cantilenante del muezzin che diffonde la preghiera della sera, con i profumi del pesce arrostito e del pane arabo provenienti dalle sponde del Bosforo dove i ristorantini e i negozi di dolci si susseguono in grande quantita’. In Turchia, non lo sapevo proprio, convivono pacificamente ben settantaquattro etnie diverse. Le religioni sono molteplici ma i turchi sono un popolo di “moderati” che amano la pace e la tolleranza. Si dice che non ci sia un turco che non abbia origini miste sia dal punto di vista etnico sia religioso. Radicatissimo è il culto di Ataturk, il capo di stato che ha fatto della Turchia un Paese moderno. Ha varato leggi, attuato riforme, combattuto e costruito. Non c’è palazzo, monumento, negozio, scuola che non ne abbia ancor oggi, attaccata ad una parete, una fotografia. Ad Ankara sorge il grandioso Mausoleo a lui dedicato. Una reggia di aspetto militaresco con, all’interno, la celebrazione della sua vita e delle sue opere e con una documentatissima storia della Turchia fino quasi ai giorni nostri. Giunti ad Efeso troviamo un sito ricco di rovine ottimamente conservate, potremo vedere la tomba di San Giovanni Evangelista posizionata su un colle e, ancora, la Collina degli Usignoli, con la casetta che si dice abbia ospitato la Madonna dopo la morte di Gesù. Poco lontano da Efeso sorge Hierapolis, sito che merita una breve sosta. Avete ancora la cartina sotto mano? Sì? Bene, allora… dalla regione di Efeso siamo ormai arrivati a Pamukkale con lo scenario delle cascate pietrificate. Risultano, in alcuni momenti della giornata e con particolari condizioni di luce, particolarmente spettacolari. Dopo una lunga tappa eccoci a Konya con il Mausoleo di Mevlana, colui che fondò l’ordine religioso dei Dervisci. Cercate, in tutti i modi, di assistere ad una loro esibizione. I Dervisci Rotanti effettuano una danza che è una preghiera. Abbigliati in maniera particolare (giacchino bianco, lunga gonna scampanata dello stesso colore e un copricapo marrone a forma di cono tronco), al suono di tradizionali strumenti, roteano all’infinito su se stessi, in preda, pare, ad una
sorta di estasi e di unione con l’aldilà che impedisce loro di perdere l’equilibrio. Uno spettacolo estremamente suggestivo.
E finalmente la Cappadocia (i Turchi pronunciano “Kappadokia”), dove il paesaggio diventa davvero irreale e, da solo, giustifica le ore in autopullman per raggiungerla. Ecco le citta’ sotterranee. Ce ne sono un’infinità!. Due di queste sono visitabili; una si chiama Kaymakli. Per arrivare fino al sesto livello (ce ne sono undici) bisogna scendere gradini e percorrere tratti in discesa, bisogna chinarsi e attraversare cunicoli che in alcuni punti sono così stretti da lasciare passare a malapena una persona. L’altra citta’ sotterranea visitabile, Derinkuyu, è altrettanto bella ed è meno impervia, più adatta a persone con problemi di deambulazione o di claustrofobia. E poi, meraviglia!, i Camini delle Fate, curiose formazioni geologiche. Sono alte colonne rocciose che spuntano dal suolo con, all’apice, una sorta di “cappello” conico. Ci si passeggia in mezzo e non si resiste all’urgenza di fotografare ogni pinnacolo.
Un’altra meraviglia sono le Chiese Rupestri, conservate in un museo all’aperto che è davvero un gioiello. Scavate nella roccia, si ergono dal nulla, alte verso il cielo, riccamente affrescate all’interno. Per raggiungerne alcune bisogna addirittura
salire delle scale a pioli! Dall’alto di queste costruzioni si puo’ ammirare un panorama bellissimo.
Lungo la strada sorgono le citta’ fortificate e i villaggi trogloditi di Avcilar e Uchisar. Due parole sugli acquisti in Turchia: i tappeti, naturalmente… bellissimi! In tutti i viaggi viene inserita la visita ad una fabbrica di tappeti e se anche non si è
intenzionati ad acquistare è interessante vederne la lavorazione e sentirne la descrizione. Chi fosse interessato all’acquisto fa comunque un ottimo affare. Ogni rivendita è organizzatissima anche per la certificazione e la spedizione a casa
qualora le dimensioni non ne consentissero il trasporto in aereo. E’ possibile anche che si venga accompagnati in una fabbrica e rivendita di pietre preziose e gioielli, interessante anche questa. Ottimi i prezzi (ma bisogna imparare a contrattare) per i “pashmina” (sciarpe e foulard di ogni colore e dimensione). L’artigianato locale comprende narghilè, oggetti in onice, spezie, oggetti in schiuma di mare soprattutto pipe, ecc. Ho trovato buono il cibo, generalmente gradevole per tutti i palati. Ottime le
zuppe, buona la carne (“kebab”) cucinata in vari modi. “Doner kebab” sottili strisce tagliate da quella sorta di spiedo verticale che ormai e’ comunissimo anche nelle nostre citta’, servito con pane arabo,“shish kebab” ovvero gli spiedini, la carne di capra o vitello cucinata con verdure o con cous cous o riso. Non manca mai l’insalata mista che spesso viene servita prima di ogni altra portata. I dolci sono tanti e vari. Tipici sono i “lukum” cubetti morbidi cosparsi di zucchero al velo, semplici o al pistacchio, alle nocciole, al cocco, ecc. Buono il caffè turco per il quale viene chiesto se lo gradite amaro, medio-dolce o dolce.
Ecco, mi viene in mente che una domanda simile la fanno negli Stati Uniti dove vi chiedono se la bistecca la preferite poco cotta, media o ben cotta… Tutto il mondo è paese! Gli alcoolici, come è facile immaginare, non sono di uso comune ed
è più facile farsi servire birra piuttosto che vino. Ecco, in Turchia sono stata più di una volta ma non ho ancora realizzato il
desiderio di visitare Nemrut Dagi, un’eccezionale meraviglia posta nella regione della Mesopotamia settentrionale, nel sud-est turco, dove si trovano le rovine della tomba santuario di re Antioco I. Patrimonio Unesco, il sito, a 2150 metri di altitudine, è reso celebre dalle statue alte fino a nove metri e dalle enormi teste di pietra che si sono salvate da intemperie e terremoti nel corso di oltre venti secoli. Da ammirare con la luce dell’alba o del tramonto, nella mia agenda di viaggio Nemrut Dagi è al primo posto (!).