Un incendio nel cielo e il cielo diventa immenso.
Di quanto il cielo sia grande ci accorgiamo quando il tempo non è sereno. Sono infatti le nuvole i soli elementi che danno profondità al cielo. Nuvole grigie, bianche, stratificate, ovattate, “a pecorelle”. Le nuvole si muovono continuamente, si spostano compatte, cambiano forma e dimensione, mutano di colore e, in un battito di ciglia, non le riconosci più.
Osservare il cielo è un’attività affascinante e gratuita che abbiamo la possibilità di praticare ogni giorno, regalandoci momenti di rilassamento che fanno bene all’anima. Ma che dire di un cielo che si colora delle tinte più incredibili all’ora del tramonto del sole? Il nostro astro vitale, in alcune occasioni, in alcuni luoghi, decide di mettere in scena spettacoli che hanno probabilmente come prima intenzione quella di lasciarci per qualche istante delle nostre esistenze senza fiato nella gola.
Tutti abbiamo provato emozioni dinanzi ad un bel tramonto e anche io credevo di avere visto più di un quadro d’artista dipinto in cielo nella mia vita. Niente però supera lo scenario che mi si presentò davanti agli occhi, anni fa, a Maiton Island,
un’isola non lontana da Phuket, in Thailandia. Quando, quel giorno, i locali ci dissero che avremmo raggiunto la parte opposta dell’isola per ammirare il tramonto tutti pensammo ad una piacevole gita e nulla di più.
Il fatto che la gita si svolgesse in barca, un enorme barcone di legno, vecchio e grande che a me evocò l’arca di Noè rese in qualche modo appetibile quella che sembrava una perdita di tempo, tempo che avremmo trascorso volentieri in spiaggia o nel nostro lussuoso albergo.
E’ vero che non bisogna mai giudicare senza prima avere sperimentato: quella fu una delle più affascinanti esperienze di viaggio che io possa raccontare!
Saliti a bordo della nostra suggestiva ed estemporanea nave, circumnavigammo l’isola nel tardo pomeriggio, felici comunque del tempo che stavamo trascorrendo a bordo tra amici allegri e ben disposti ad una sana “caciara”.
Tra battute e risate giungemmo a destinazione e, senza scendere a terra, dal mare, vedemmo improvvisamente il miracolo del tramonto di Maiton Island!
Come si possa, con le parole, descrivere emozioni così forti come quella che ci procurò quella visione, io non lo so. Davanti, dietro, sopra e intorno a noi un incendio di fuoco rosso, arancione, rosa e blu riempiva totalmente il palcoscenico e si modificava in un susseguirsi di pennellate ampie e solenni.
Improvvisamente era calato il silenzio sull’antico barcone e anche i più scanzonati e apparentemente insensibili compagni di viaggio, ammutoliti, erano rimasti a bocca aperta senza riuscire ad esprimere alcun commento. Poi, finalmente una voce tra il serio e il faceto si levò :“che tramonto struggente!”. Era la voce del più pazzerello dei ragazzi a bordo, quello da cui non ti saresti aspettato altro che spocchiosa indifferenza. Anche qui… mai giudicare senza avere conosciuto…
Lo spettacolo durò più di quanto mi sarei aspettata, lasciando il tempo a me e a tutti di inebriarmi a sufficienza, di dire a me stessa, come sempre faccio quando vivo un’esperienza che so riconoscere come potenzialmente unica, “ecco, devi ricordarti di questo cielo, di questo tramonto, di questi colori!”.
Il buio lentamente si fece strada combattendo tenacemente contro le lingue di fuoco che si ostinavano ad ardere nonostante la sera ormai imperversasse…
E’ ora di andare a dormire, luce del tramonto, domani rimetterai in scena il tuo spettacolo, e così nei
giorni a venire. Noi però non saremo su quella vecchia barca, altri occhi potranno perdersi in te